Siamo un collettivo di agitatori culturali che di fronte alla preoccupante deriva verso cui si è avviato il mondo con la conseguente desertificazione del panorama intellettuale ha deciso di costituire una nuova Casa Editrice.

Il nostro interesse è capire la realtà che ci ritroviamo a vivere e siamo convinti che la letteratura sia uno strumento importante per farlo. Pubblicheremo pochi libri all’anno che avranno le seguenti caratteristiche:

• Devono essere ostici, scomodi, imbarazzanti e cioè devono aiutare a capire quello che ci sta intorno ponendoci molte domande e poche risposte. Per noi capire vuol dire trasformare.

• Devono privilegiare i contenuti piuttosto che le parole e le storie sul niente.

• Devono essere universali dal momento che siamo esseri sociali e che esistiamo solo in relazione agli altri e all’ambiente in cui viviamo.

• Devono avere una forma che supporti e amplifichi il contenuto non disdegnando un approccio sperimentale. Per noi anche la forma è contenuto perché, di fronte alla omologazione dei linguaggi, sentiamo il bisogno di strumenti in grado di esprimere nuovi significati.

Noi non siamo una casa editrice tradizionale e per noi la pubblicazione di un libro è principalmente un’azione di agitazione culturale. Il nostro unico obiettivo rimane il contributo che possiamo dare alla letteratura e non il risultato economico dell’iniziativa, infatti la nostra Casa Editrice non è a fini di lucro proprio per svincolarci dalle regole culturalmente mortificanti del mercato.

Ci interessa l’opera nella sua autonoma valenza letteraria e non la sua capacità di piacere per diventare merce omologata. Pertanto, al contrario di quello che succede nell’attuale mercato editoriale, abbiamo scelto di pubblicare poche opere e solo quelle in cui crediamo. Saremo sempre disponibili, qualora ci sia un interesse particolare, a cedere i diritti di pubblicazione ad altro editore che garantisca una distribuzione e visibilità che l’opera merita, cosa che, al momento, non siamo in grado di offrire se non in maniera parziale. Insomma la nostra realtà si configura come un soggetto editoriale “anomalo” che si colloca a metà strada tra una casa editrice e una agenzia letteraria che promuove quella letteratura che difficilmente trova spazio nel panorama istituzionale ma che può essere vettore di riflessione e di discussione, quindi di cambiamento.