Giacomo Giossi

IL MANIFESTO EDIZIONE DEL 29.01.2022

PUBBLICATO 29.1.2022, 0:03 AGGIORNATO 28.1.2022, 19:40

Esiste una forma di silenzio che accomuna i territori di confine, un silenzio dato dalla distanza tra i suoi abitanti che non si misura più solo in metri, ma anche in differenze di lingua come di sguardi. Mondi vicini, ma opposti con quella linea immaginaria a dettare il confine, o meglio un silenzio obbligato.

È VERSO QUESTO LUOGO di nessuno che prende corpo un dialogo tra una donna e quel miscuglio emotivo che sono le terre in abbandono, paesi dove nessuno vuole più stare, ma da cui si proviene. Luoghi che non offrono ricordi, ma sensazioni di un futuro segnato inequivocabilmente da origini mai identitarie, ma sparse perché continuamente spazzate dal vento. Senza una stella sopra la testa (Edizioni del mondo offeso, pp. 140, euro 15) è un romanzo potente e denso, forte di una lingua che aderisce emotivamente ai luoghi da cui trae ispirazione, i confini dell’alto nord est italiano aspro e freddo. L’esordio di Giovanna Vignato colpisce proprio per la sua capacità di recuperare un mondo cogliendolo in quella sorta di magica decadenza eterna: definendolo non nell’atto di una forma inevitabile di scomparsa, ma come ostinata e insistita presenza in quel «nonostante tutto» che attraversa i giorni della nostra contemporaneità.

LA NARRAZIONE si sviluppa a strati, senza definire i margini perché il margine è in sé, è il racconto stesso e i luoghi che tocca. Un’appartenenza che non ha i toni dell’identità, ma dell’immersione, come un inevitabile contagio. Vignato racconta di mondi che non offrono rifugio e che sconsigliano ogni forma di tranquilla quotidianità: posti pericolosi, ma non esplicitamente. Eppure, in qualche modo, proprio quei luoghi sono la traccia di un dialogo mai interrotto, vaccino contro un’esistenza che è sempre precaria. Al di là della percezione che negli anni si ha di volta in volta, a seconda delle congiunture in cui ci si trova coinvolti. Contagio e vaccino non sono termini fortuiti perché Senza una stella sopra la testa, pur evitando accuratamente ogni forma di banale contestualizzazione, descrive una postura psicologica ed esistenziale che ci lascia in un perenne stato di abbandono: confinati emotivi di un mondo che resta sempre piccolissimo eppure difficilmente raggiungibile, invalicabile da quella linea invisibile che ci lascia a tratti soli, a tratti in disparte.

E NON È UN CASO che un libro come Senza una stella sopra la testa venga oggi pubblicato nelle edizioni della bellissima libreria milanese «Il mondo offeso», la quale compie allo stesso tempo una scelta politica e culturale ostinata quanto coraggiosa. Le Edizioni del mondo offeso distribuiscono direttamente nella loro libreria e sul loro sito (edizionidelmondooffeso.com), una scelta che offre un rifugio all’esordio di Giovanna Vigneto e la possibilità ai lettori di conoscere un’autrice capace di cogliere la lezione di Winfried Georg Sebald come di Carlo Sgorlon, sorvolando ad alta quota mondi impenetrabili, ma individuandone gli scarti minimi e le eccezioni vitali.